Numero pagine: 76
Formato chiuso: 16x23,5 cm
Finitura: Brossura
Prezzo: 14,00 Euro
Codice ISBN: 979-12-80581-66-2

Arte e politica a Venezia nel Rinascimento

“…la bruttezza è una profezia: c’è in essa un certo estremismo che vuole portare la negazione sino all’orrore. Il Bello appare indistruttibile; la sua immagine sacra ci protegge: finché resterà tra di noi la catastrofe non accadrà. Così è per Venezia: la città comincia a temere di sprofondare nella melma della laguna; immagina di salvarsi attraverso la Bellezza, questa suprema leggerezza; intende fare dei suoi palazzi e dei suoi quadri delle boe e dei galleggianti.
Coloro che garantiscono il successo di Tiziano sono gli stessi che disertano il mare, che fuggono il disincanto nelle orge, che preferiscono la rendita fondiaria ai profitti della mercatura”.
Tali crude parole di Jean Paul Sartre ben si prestano a rendere il senso di questo libro: un’indagine sulle forme e gli artisti ai quali la Serenissima si affida, a metà Cinquecento, per una nuova, splendida immagine di sé, in grado di manifestarne l’attualità nei secoli a venire.

Arte e politica a Venezia nel Rinascimento

Numero pagine: 76
Formato chiuso: 16x23,5 cm
Finitura: Brossura
Prezzo: 14,00 Euro
Codice ISBN: 979-12-80581-66-2

“…la bruttezza è una profezia: c’è in essa un certo estremismo che vuole portare la negazione sino all’orrore. Il Bello appare indistruttibile; la sua immagine sacra ci protegge: finché resterà tra di noi la catastrofe non accadrà. Così è per Venezia: la città comincia a temere di sprofondare nella melma della laguna; immagina di salvarsi attraverso la Bellezza, questa suprema leggerezza; intende fare dei suoi palazzi e dei suoi quadri delle boe e dei galleggianti.
Coloro che garantiscono il successo di Tiziano sono gli stessi che disertano il mare, che fuggono il disincanto nelle orge, che preferiscono la rendita fondiaria ai profitti della mercatura”.
Tali crude parole di Jean Paul Sartre ben si prestano a rendere il senso di questo libro: un’indagine sulle forme e gli artisti ai quali la Serenissima si affida, a metà Cinquecento, per una nuova, splendida immagine di sé, in grado di manifestarne l’attualità nei secoli a venire.