Goti, Ostrogoti e “mezigoti”. Guida alle osterie di Verona
Un preciso e documentato racconto, reso vivace dalla proposizione di tanti dettagli, sulla storia e la vita di Verona. Attraverso le chiese/osterie, stazioni di una processione che si snoda per i quartieri di un centro storico che giustamente non si ferma ai tradizionali confini turistici (ma che comprende anche la Carega, Veronetta, San Zeno, Santo Stefano…) emerge la dimensione globale di una città.
Una città che è poi il punto di incontro per tutto un territorio che vi riversa i suoi prodotti e che vi si ritrova rappresentato. Così lo sguardo di una guida che ha saputo ampliare gli orizzonti permette di cogliere quelle tracce rivelatrici di un passato che il cittadino veronese, abituato a viverle sullo sfondo della sua scena quotidiana, troppo spesso non riesce più a distinguere. I destinatari di questo racconto, oltre che i visitatori e i turisti, sono allora proprio gli stessi veronesi: quasi un invito − da leggere attraverso il fondo del bicchiere, una volta bevuto il vino con cui sono stati attirati in osteria − a riprendersi la città e la sua storia.
Francesca Capobianco, nata in Lessinia, guida turistica di Verona da quasi vennt’anni, ha una specializzazione sul campo in storia delle osterie e della gastronomia veronese.
È appassionata di memorie e in particolar modo di quelle che raccontano di persone e luoghi che rischiano di essere dimenticati. Racconta delle botteghe storiche della sua città, Verona, sul profilo Instagram @averonasodiunposto.
Un preciso e documentato racconto, reso vivace dalla proposizione di tanti dettagli, sulla storia e la vita di Verona. Attraverso le chiese/osterie, stazioni di una processione che si snoda per i quartieri di un centro storico che giustamente non si ferma ai tradizionali confini turistici (ma che comprende anche la Carega, Veronetta, San Zeno, Santo Stefano…) emerge la dimensione globale di una città.
Una città che è poi il punto di incontro per tutto un territorio che vi riversa i suoi prodotti e che vi si ritrova rappresentato. Così lo sguardo di una guida che ha saputo ampliare gli orizzonti permette di cogliere quelle tracce rivelatrici di un passato che il cittadino veronese, abituato a viverle sullo sfondo della sua scena quotidiana, troppo spesso non riesce più a distinguere. I destinatari di questo racconto, oltre che i visitatori e i turisti, sono allora proprio gli stessi veronesi: quasi un invito − da leggere attraverso il fondo del bicchiere, una volta bevuto il vino con cui sono stati attirati in osteria − a riprendersi la città e la sua storia.
Francesca Capobianco, nata in Lessinia, guida turistica di Verona da quasi vennt’anni, ha una specializzazione sul campo in storia delle osterie e della gastronomia veronese.
È appassionata di memorie e in particolar modo di quelle che raccontano di persone e luoghi che rischiano di essere dimenticati. Racconta delle botteghe storiche della sua città, Verona, sul profilo Instagram @averonasodiunposto.