Otto Vermehren (1861-1917). L’isola dei morti, d’aprés Arnold Böcklin

Numero pagine: 48
Formato chiuso: 21x29 cm
Finitura: Brossura
Prezzo: 15,00 Euro
Codice ISBN: 978-88-98877-88-1

Otto Vermehren (1861-1917). L’isola dei morti, d’aprés Arnold Böcklin

Resa nota in occasione della mostra Il simbolismo in Italia (Padova 2011-2012), la grande tela, firmata dal pittore meclemburghese Otto Vermehren (Güstrow, 1861 – Gehlsdorf, Rostock, 1917), ed eseguita verosimilmente a Firenze nei primi anni del Novecento, per poi essere proposta sul mercato tedesco dalla storica galleria “Pietro Del Vecchio” di Lipsia, riproduce fedelmente la quinta e ultima versione dell‘ Isola dei morti (Die Toteninsel), icona assoluta del simbolismo europeo, dipinta a Zurigo nel 1886 da Arnold Böcklin (1827-1901), su commissione del Museum der bildendenKünste Leipzig, dov’è tuttora conservata. Appartenuta sino alla fine dello scorso decennio a una famiglia tedesca, e oggi collocata in una raccolta privata italiana, l’opera, di alta qualità pittorica, ancora montata nell’originaria cornice a edicola in stile neorinascimentale, bene testimonia le straordinarie capacità di copista di Otto Vermehren.

Otto Vermehren (1861-1917). L’isola dei morti, d’aprés Arnold Böcklin

Otto Vermehren (1861-1917). L’isola dei morti, d’aprés Arnold Böcklin

Numero pagine: 48
Formato chiuso: 21x29 cm
Finitura: Brossura
Prezzo: 15,00 Euro
Codice ISBN: 978-88-98877-88-1

Resa nota in occasione della mostra Il simbolismo in Italia (Padova 2011-2012), la grande tela, firmata dal pittore meclemburghese Otto Vermehren (Güstrow, 1861 – Gehlsdorf, Rostock, 1917), ed eseguita verosimilmente a Firenze nei primi anni del Novecento, per poi essere proposta sul mercato tedesco dalla storica galleria “Pietro Del Vecchio” di Lipsia, riproduce fedelmente la quinta e ultima versione dell‘ Isola dei morti (Die Toteninsel), icona assoluta del simbolismo europeo, dipinta a Zurigo nel 1886 da Arnold Böcklin (1827-1901), su commissione del Museum der bildendenKünste Leipzig, dov’è tuttora conservata. Appartenuta sino alla fine dello scorso decennio a una famiglia tedesca, e oggi collocata in una raccolta privata italiana, l’opera, di alta qualità pittorica, ancora montata nell’originaria cornice a edicola in stile neorinascimentale, bene testimonia le straordinarie capacità di copista di Otto Vermehren.