Tra i novatores della pittura secentesca in Italia, il fiorentino Sebastiano Mazzoni (1611-1678), seppe distinguersi per il versatile e stravagante talento nel corso di una carriera artistica svolta soprattutto a Venezia: capitale culturale tra le più effervescenti e fertili nel panorama europeo. In questo “Emporio Universale” dell’arte Mazzoni si è fatto apprezzare come “ottimo e spiritoso pittore, di grande invenzione” da “intendenti” e collezionisti veneziani di spicco. In forza di una documentazione in gran parte inedita, lo studio tratteggia un nuovo e più esauriente quadro delle relazioni umane e professionali strette da Sebastiano tra le calli e nei palazzi signorili, inserendolo nella cornice dell’ambiente artistico e culturale veneziano di medio Seicento, credibilmente restituito in tutta la sua contraddittoria complessità. Il sensibile ampliamento della platea di quanti in laguna entrarono in rapporto più o meno intimo con il fiorentino e ne ammirarono l’arte, argomentato nel volume, induce a sostanziare una diversa idea della fortuna dell’artista.